lunedì 19 dicembre 2016

Zurigo

Zurigo e Svizzera.

Una vacanza nata così, dal nulla, con anche un po’ di scetticismo, si è rivelata una sorpresa veramente piacevole. Un bel giorno di inizio febbraio 2016, così per curiosità e per noia, iniziai a pensare a un viaggetto con mia mamma in treno, nel periodo del ponte del 2 giugno, guardando mete anche al di fuori dai confini nazionali. Guardando la cartina, iniziai a mettere nella ricerca del sito Trenitalia mete che mi ispiravano. Mi soffermai su un tratto: Rimini-Zurigo. Vi chiederete perchè scegliemmo di prenotare subito il treno a distanza di 4 mesi, per il ponte del 2 giugno, ecco i motivi:
1.       La Svizzera mi ha sempre affascinato, uno Stato europeo particolare, noto per essere “neutrale” e “introverso”, e la tarda primavera è un periodo ottimo per visitarla.
2.      Il prezzo del biglietto: FRECCIABIANCA 9€ Rimini-Milano, EUROCITY 9€ Milano-Zurigo,  EUROCITY Zurigo-Milano 19€, FRECCIABIANCA 9€ Milano-Rimini per un totale di 45 € a testa! Trenitalia infatti a partire da 4 mesi prima, mette tariffe SuperEconomy limitate per incentivare l’acquisto, e questa era un occasione ghiottissima.
3.      Il viaggio Milano-Zurigo dicono sia uno dei più bei percorsi ferroviari al mondo, grazie alla cornice delle Alpi, le città svizzere nel tragitto, le valli e i numerosi laghi che accompagnano il viaggio.
Dopo aver prenotato il treno, iniziammo a guardare gli hotel: Zurigo è però anche la seconda città più cara al mondo, e i prezzi degli alberghi non sono da meno. Due notti in un hotel in zona periferica si aggirano intorno alle 220€  per due persone, per continuare poi a salire più ci si avvicina in centro! Fortunatamente, essendo Membro della catena Accorshotel, dopo aver soggiornato in un “Ibis” a Bruxelles l’anno precedente,ho potuto usufruire di una loro offerta e ho colto al volo la promozione uscita intorno a fine Aprile, pagando 2 notti al prezzo di 1, limitata solamente a soggiorni in Giugno, pagando quindi 130€ in due nell’ Ibis in Zona Zurich-West, non centralissima, ma un quartiere famoso e che avremmo visitato.
Quindi Venerdì 3 Giugno partiamo da Rimini alle 8 circa e dopo circa 3 ore e mezzo di viaggio, (20 minuti di ritardo), arriviamo a Milano, dove alle 12.30 ci attendeva il cambio-treno per Zurigo. La stazione del capoluogo lombardo è veramente grande, e non ha nulla da invidiare ad un centro commerciale. Saliamo poi sul treno Eurocity, e le prime impressioni sono state subito ottime: spazioso, design migliore, sedili comodi e regolabili, e silenziosità incredibile!
Altro pregio, e questo è tipico della Svizzera, la puntualità: è emozionante vedere mezzi pubblici così efficienti e in orario. Dopo un bellissimo viaggio dentro la Svizzera, passando per i bellissimi laghi come quello di Lugano, città che varrebbe la pena visitare secondo me, e passando per la natura di montagna, con valli, cascate, flora incontaminata e casine tipiche, arriviamo alle 16:30 alla stazione di Zurigo. Appena arrivati, decidiamo di prendere il tram verso lo Stadion Letzigrund (tappa fissa lo stadio cittadino nelle mie vacanze!), solamente che le macchinette, posizionate ad ogni fermata del tram, accettano solo monete! Chiaramente ci rechiamo al bar più vicino per prendere una bottiglietta d’acqua, la classica praticissima scusa per farlo. Benissimo, bottiglietta d’acqua in Bahnofstrasse 4,50 CHF (CIRCA 4 EURO!). Ridendo al pensiero di dover aprire un mutuo per mangiare e vivere qui, prendiamo il tram: anche questi sono efficientissimi, collegano ogni angolo della città, passano ogni massimo 10 minuti, e neanche a dirlo, puntualissimi! Per il primo giorno decidiamo di fare due biglietti singoli, a 2,60 CHF ciascuno, valido per 45 minuti, il giorno dopo avremmo fatto quello giornaliero, che costa 8,20 CHF e vale 24 ore. Arriviamo in una ventina di minuti allo stadio: l’impianto è veramente bello, di forma ovale, costruito sotto il livello del suolo, circondato da grate, così da poter vedere tribune e campo. 
Dopo foto di rito, ci incamminiamo verso il nostro hotel a Zurich-West. Appoggiate valigie e fatta una breve sosta rilassante, usciamo intorno alle 18 e ci dirigiamo verso la Prime Tower, il grattacielo più alto della Svizzera, con bellissimi vetri specchiati che proteggono gli uffici lavorativi. Proviamo ad entrare e salire, ma si può salire solamente prenotando un aperitivo alla modica cifra di 55 CHF a testa, e ovviamente rinunciamo. 
Ci muoviamo verso l’altra attrazione del quartiere, la Freitag Tower, ossia lo store centrale del brand più “innovativo” al mondo: due amici, qui a Zurigo, decisero di costruire borse grazie al riciclo di teloni usati e usurati dei camion, misero in piedi un vero e proprio business, ed ora ha raggiunto una fama mondiale, ingigantendo il business con accessori e vestiario. Qui a Zurich-West si può entrare nello store dove tutto è cominciato, ammirando il negozio, e salendo di piano in piano sulla cima della Torre! La particolarità è che è una costruzione anch’ essa riciclata: è un edificio costituito da vecchi containers di un ex complesso industriale, all’ apparenza pericolante, ma salire fino in cima al tramonto, è uno spettacolo unico!
Si può ammirare l’evoluzione del quartiere, l’innovazione che si mischia alla tradizione, lo stile alternativo e underground che si unisce alla rigidezza e alla linearità svizzera. Scendiamo e facciamo un giretto sotto di essa, trovando il Frau Gerolds Garten, un “cortile” ove si trovano negozietti e Pub all’aperto, il tutto in una cornice di verde e resti dell’ex zona industriale. Ci incamminiamo per ultimo all’ IM Viadukt, l’ex viadotto ferroviario diventato sede di negozietti, bar, ristorantini, mercatini tutti della stessa dimensione, numerati da 1 a 100, con un unica connessione tra loro: il gusto del kitsch e della originalità.
Dopo una cena acquistata al supermercato, dove i prezzi sono più abbordabili (ma ancora lontani dallo standard italiano), torniamo in hotel.

Il giorno successivo scendiamo di buon ora, compriamo il biglietto giornaliero per il tram direttamente alla fermata, e andiamo alla stazione.
Infatti la “Zurich Hauptbahnhof” è essa stessa un’attrazione, in quanto storica ed enorme, e da lì parte la via più famosa e cara del mondo: la Bahnofstrasse, detta anche la via del lusso. Infatti dopo un breve giro al grigio Europallee, il nuovo quartiere del business e degli affari, con niente di eclatante da segnalare, ci incamminiamo nella via rinomata, dove si alternano catene di negozi di fama mondiale, a negozi di orologi e gioielli, tipicamente svizzeri (anche i prezzi!), il tutto che si conclude alla famosa Paraderplatz, la piazza più antica e storica di Zurigo, dove una volta era sede del mercato di bestiame e agricolo, ed ora si è trasformato in centro economico nevralgico dove nel raggio di decine di metri si stagliano banche e compagnie assicurative.


Inizia così prima di pranzo il giro delle 3 chiese zurighesi. La prima è la chiesa più antica di Zurigo, ossia la Chiesa di St. Peter, che ammiriamo solo da fuori, in quanto la sua unica particolarità è l’orologio, che detiene il record di quadrante più grande d’Europa. Ci rechiamo poi a Fraumunster, altra chiesa molto grande, e qui la particolarità è all’ interno: nonostante sia una chiesa molto spoglia, appena dietro all’ altare possiamo trovare le bellissime vetrate di Marc Chagall, dinanzi alle quali vi sono panche “ammirative”.
 Per ultimo, attraversando il fiume Limmat, che “spacca” Zurigo in due parti, entriamo nella più famosa, la Grossmunster, dove si può salite su una delle due torri per ammirare il bellissimo panorama del territorio zurighese, il lago, le abitazioni, il fiume…basta girare lo sguardo per cogliere la perfezione svizzera e la cornice verde di questa moderna città!


Il difetto di questa bellissima esperienza è la salita, scale a chiocciola molto claustrofobiche, dove si sale e scende contemporaneamente, al solo pensiero ancora rabbrividisco, ma una volta su capirete il perchè ne vale la pena! Scesi senza troppa fatica (fortunatamente in quel momento non saliva molta gente) cerchiamo da mangiare, e dopo esserci fermati in un negozio sportivo a comprare i miei pantaloncini-souvenir del Grassophers, squadra zurighese di calcio, ci muoviamo verso lo Sternen Grill. Visti i numerosi ottimi commenti su Tripadvisor, troviamo da sederci e prendiamo due menu a 12,50 CHF a testa bere escluso (avevamo l’acqua nello zaino, ci siamo accontentati), che prevedono pane, wurstel e patate. Tutto veramente squisito, citazione particolare per le patate lesse condite veramente bene. Nel frattempo viene giù un acquazzone improvviso, smorzando il nostro entusiasmo della bella mattinata. Dopo una breve capatina al Teatro Opernhaus, rientriamo un attimo in hotel e usciamo nuovamente verso le ore 15, e decidiamo di prendere il traghetto che tocca diversi punti del lago di Zurigo. Prendiamo quello delle 16,15, al costo di 8,60 CHF e della durata di 1h e mezza. Il tempo è molto incerto, e abbiamo notato che è incredibilmente variabile, si può passare da sole a temporale in un batter d’occhio. Fortunatamente l’intero giro è stato piacevole e il tempo ha retto, a parte poco prima di scendere che è diluviato per cinque minuti. Prendiamo il tram che ci porta a Niederdorf, il quartiere “vecchio” di Zurigo, il centro che giovani e famiglie frequentano prima di cena; qui incontriamo ristoranti, pub, negozietti e abitazioni tipiche, eccezionale poi la pulizia e l’ordine pubblico delle strade.
In tutta Zurigo non ho mai visto un minimo di degrado o poca sicurezza, tutto qui è sotto controllo, e tutti rispettano il prossimo e l’ambiente attorno, vivendo in Italia un paese così sembra utopistico e surreale. La sera dopo una cena in un fast food ci corichiamo e riposiamo per il viaggio di ritorno il giorno successivo.


La Svizzera è stata una bellissima sorpresa, e Zurigo è una chicca che consiglio vivamente a tutti: tra tutti i viaggi in Europa che ho fatto, l’ambiente elvetico è quello che mi ha messo più soggezione. Nonostante la vita sia molto cara (gli stipendi sono in proporzione), non c’è nessun segno di delinquenza, le regole sono ferree e tutti le rispettano. Ma la cosa che più mi ha colpito è il sorriso sul viso di ognuno, la felicità di vivere pacificamente e civilmente, come dovremmo fare ognuno di noi nel nostro Paese. Purtroppo siamo ancora lontani dagli svizzeri sotto tutti gli aspetti, e ciò mi rammarica, e non posso far altro che ringraziare Zurigo, un’opportunità enorme di aprirmi gli orizzonti…

lunedì 5 dicembre 2016

Madrid

Una sera di metà Maggio, parlando dell’estate ormai prossima con i miei amici e fidanzate, pregustandoci una stagione piena di mare, caldo e uscite serali nella nostra cara Rimini, mi uscì dal nulla una proposta: “E se facessimo una vacanzina solo tra maschi?”. Da un’idea apparentemente utopistica, trovammo sia un periodo comune a tutti, ossia i cinque giorni dopo ferragosto (dal 16 al 20), sia la meta che metteva d’accordo tutti e cinque: Madrid. Fu scelta per diversi motivi:
1.                  Madrid è una delle capitali europee più importanti, e nessuno di noi cinque vi era mai stato.
2.                  Al momento della prenotazione, era una delle mete più “economiche”: Bologna-Madrid-Bologna 115€ (consideriamo che è periodo di ferie estive, ossia la settimana più costosa forse dell’anno).
3.                  E’ una città rinomata (come gran parte della Spagna sostanzialmente) per il calcio, sport che seguiamo con passione e che in questa città trova una delle massime espressioni a livello mondiale.
Detto ciò, dopo mesi di preparativi, è arrivato il fatidico giorno della partenza!
1° GIORNO: Arriviamo all’ aeroporto di Bologna intorno alle ore 15,30 in orario perfetto per decollare con l’aereo delle ore 17,05. L’aeroporto di Madrid è immenso, ben 4 terminal sono collegati tutti con “marciapiedi mobili”, che in dieci-quindici minuti ci portano alla fermata della metro “Aeropuerto T4”, che dall’ aeroporto Barajas porta fino in centro al costo di 5 euro (a causa del supplemento aeroporto di 3€). La metropolitana madrilena ci si presenta molto semplice sin da subito: il biglietto si compra direttamente alle macchinette automatiche, dove bisogna inserire la stazione di destinazione, e questa calcola automaticamente il costo del biglietto, che varia di decine di centesimi in base alla distanza. Dopo tre cambi, arriviamo a Puerta del Sol, nostra destinazione. Infatti alloggiamo in un “hostal” a due passi da questa piazza, che è il fulcro della vita madrilena, il centro di Madrid e pure il punto “zero” dove partono tutte le strade più importanti della Spagna. Dopo una breve ricerca, troviamo la nostra pensioncina a due stelle, l’ Hostal Alaska, prenotato con Booking ad una cifra veramente accessibile (250€ in cinque per 4 notti!). Nonostante qualche recensione non proprio tranquillizzante (classiche negli “ostelli per giovani”), e nonostante il poco italiano parlato dall’ uomo alla reception, veniamo accompagnati nella nostra camera famigliare da 6 persone. Troviamo due difetti principalmente alla camera: i letti sono 4 (due singoli e due da una piazza e mezzo), ed essendo in cinque ci saremmo dovuti adattare, e il bagno si chiude con una “triste” porta a soffione. Per il resto, camera spaziosa, pulita e con i comfort essenziali. Altra pecca il wifi che prende unicamente vicino alla reception, però funzionante e gratuito. Dopo esserci sistemati, essendo le 22,15 e molto affamati, decidiamo di andare a cenare. Purtroppo, facendoci guidare dalla fame, non abbiamo tempo di scegliere, e ci buttiamo nel primo ristorante che ci ispira vicino a Puerta del Sol per rifocillarci: “La Cathedral”. Sconsigliato fortemente, classico ristorante da turista dove ti fanno spendere molto, e la qualità del cibo è scadente, dai primi, passando per i secondi, fino al dolce. Bene, ora siamo a Puerta del Sol…e che si fa? C’è solo l’imbarazzo della scelta: neanche a Rimini ci sono così tanti p.r. che ti vogliono portare nei locali per il quale lavorano con così tanta tenacia. Imparo presto due parole di spagnolo: NO GRACIAS! Fortunatamente incontriamo Luca, un ragazzo italiano molto disponibile e gentile che lavora per lo “Star Coyote 54”, a pochi passi da lì, che oltre ad accompagnarci nel localino ad ingresso gratuito, ci offre un “cicchetto” e ci dice che fino all’ 1,30 la birra e il tinto de verano (simile alla sangria) costano 1 €…quindi approfittiamone! Il locale è molto carino, ma purtroppo, essendo Agosto un mese in cui Madrid si svuota e anche la movida ne risente, siamo costretti ad andare alla ricerca di un’alternativa. Tornando in due minuti a Puerta del Sol, decidiamo di affidarci ad un altro p.r. spagnolo che ci propone a soli 10 € un tour di 3 discoteche + il solito “cicchetto-short” + 1 drink. Purtroppo più che discoteche, ci troviamo dentro a pub di minuscole dimensioni come il Commo. Tutto sommato, con 10 € non potevamo pretendere le discoteche di Ibiza!


2° GIORNO: Dopo una bella dormita, decidiamo di pranzare nelle vicinanze e soprattutto cercando di risparmiare. E così scopriamo il famoso “Museo del Jamon”, dove il rapporto qualità-prezzo è imbattibile: uno dei tanti tipi di Bocadillos (panini) con vari tipi di affettati, la loro specialità, e formaggio, più una cerveza piccola alla imbarazzante cifra di 1,90 € totale! Buonissimo anche il panino con i calamari fritti, di poco più caro, specialità tipica di Madrid. Nel pomeriggio ci dividiamo: in tre si dirigono con la metro al Santiago Bernabeu per fare il tour dello stadio (che dista 4 km circa dal centro di Madrid) e compreranno anche i biglietti per la partita amichevole della sera successiva Real Madrid-Galatasaray, io e un altro invece saremmo rimasti nei dintorni,  oltre a cercare scorte per la camera e souvenir.


Dopo alcune foto di rito con i monumenti in Puerta del Sol, come quella con la statua dell’Orso e del Corbezzolo, il Palazzo delle Poste e la statua al centro di Carlo III di Spagna a cavallo, ci incamminiamo verso la Gran Via. Quest’ultima è conosciuta come la Broadway madrilena, è per eccellenza il luogo della vita commerciale e turistica della capitale. I palazzi enormi e maestosi, con ai piedi decine e decine di negozi appartenenti alle più grandi catene commerciali mondiali, si innalzano sopra il passaggio caotico delle auto sulla strada e delle persone che fanno shopping. Prendiamo poi un aperitivo in Plaza de Santa Ana e poi ci rincontriamo alle 18 con gli altri a Puerta del Sol. Purtroppo arrivano con una brutta notizia: i biglietti per la partita erano finiti! Io ci rimango un po’ male, in quanto sì, il tour dello stadio con spogliatoi, trofei e sala stampa non mi interessava molto, ma vedere il campo e le tribune del Bernabeu deve essere qualcosa di imperdibile! La partita del giorno seguente era l’occasione perfetta per il mio desiderio, e inoltre avrei visto anche fenomeni come Cristiano Ronaldo, Bale e tutti gli altri giocare… Ci dirigiamo però verso il museo Reina Sofia (gratuito dalle 18 alle 20) con la metro: siamo partiti da Rimini con l’idea che avremmo avuto bisogno della metropolitana solo poche volte, non calcolando minimamente abbonamenti da comprare. Purtroppo le distanze che decidemmo preventivamente e il caldo secco pomeridiano non erano stati calcolati bene, e vediamo sin dal secondo giorno che avremmo speso di meno se avessimo fatto subito l’abbonamento settimanale. Comunque, arrivati, dopo una breve coda di 5 minuti, entriamo e facciamo un giro veloce, non essendo “appassionati” di arte, ammirando fugacemente i quadri presenti, e soffermandoci unicamente sul Guernica di Picasso, che mi ha emozionato parecchio, essendo un’opera enormemente espressiva, simbolo del Cubismo e di grande importanza mondiale. Usciamo affamati intorno alle 20,30 e decidiamo di fermarci a cenare in un fast food vicino al museo, il KFC. Saranno gusti, ma eviterò in futuro questa catena di fast food. Dopo cena e dopo una breve sosta all’ Hostal Alaska, torniamo in Puerta del Sol per vivere un’altra notte madrilena. Incontriamo nuovamente Luca, che dopo averci accompagnato al suo solito discopub e averci offerto un pre-serata come la sera successiva, ci consiglia un altro posto dove poter bere qualcosa e ballare ad ingresso gratuito. Luca ci indirizza verso il suo amico venezuelano, Emilio, altro p.r. che lavora in Puerta del Sol, che pubblicizza e offre bevute a prezzi stracciati alla “Fontana de Oro”. Questo Irish Pub, che fino all’1,30 propone musica dal vivo, presenta un ambiente accogliente, con musica di tutti i generi ed è sempre pieno di turisti e abitanti del posto, incentivati dall’ ingresso gratuito. Dopo il solito “cicchetto”, che abbiamo appurato essere usanza offrire (sarebbe un bell’ incentivo anche nella nostra Rimini), abbiamo preso un drink con lo speciale sconto-amico di Emilio, a 5€ l’uno.
3° GIORNO: Dopo un altra mattinata di riposo, ci rechiamo intorno alle 2,30 a pranzare al Museo del Jamon, prima di incamminarci verso il Parco del Retiro. Decidiamo infatti di fare una passeggiata, in quanto in ordine ci si sarebbero presentati davanti diversi luoghi di interesse. Andiamo verso Nord, e giriamo a destra, riprendendo la Gran Via per ricongiungerci a Calle de Alcalà, altra strada principale di Madrid.
Questa attraversa Plaza de Cibeles, dove sorge la famosa fontana con la dea e il Palacio de Comunicaciones, attuale sede del comune di Madrid. Di seguito, muovendoci verso est, troviamo uno dei monumenti simbolo di Madrid, la Puerta de Alcalà nella Plaza de la Indipendencia. Dopo alcune foto e dopo una sosta rigenerativa (38° alle 15,30!) proseguiamo verso l’ingresso del Parco del Retiro: quello che ci si pone davanti è una immensa distesa di verde e di stradine, fino ad arrivare al famosissimo laghetto artificiale centrale, dove si può ammirare il maestoso monumento ad Alfonso XII. Decidiamo di noleggiare per 45 minuti due barchette per un totale di 12,60€ da dividere in cinque. 
L’esperienza è molto divertente, rilassante e l’atmosfera estiva è perfetta per questa attrazione.Dopo aver preso una bibita rinfrescante (i prezzi sono veramente alti nei numerosi chioschi che si trovano nel parco), ci avviamo verso il nostro Hostal in metropolitana. Dopo una doccia rigenerante, decidiamo di andare a mangiare la famosa paella spagnola, e ci fermiamo in un ristoranti proprio a due passi dalla nostra via. Sono le 22,30, ma non è un problema, ormai ci siamo abituati al ritmo spagnolo, anzi siamo in perfetta sintonia con le loro usanze: tutti i pasti sono in ritardo di circa un’ora-un’ora e mezza rispetto alle nostre abitudini. Paella molto buona, sangria ottima, unico neo: i prezzi erano senza IVA (c’è una scritta minuscola nel menu che lo indica, ma chiaramente non visibile e non accennato neanche dal cameriere, che parlava benissimo italiano tra l’altro) e hanno portato come antipasto 7,50€ di pane che non avevamo chiesto, ma accettato comunque credendo fosse compreso nel pasto. Guardiamo poi la partita Real Madrid-Galatasaray, invece che al Bernabeu, davanti a una cerveza al pub O’Connell’s, proprio sotto il nostro Hostal; domani però, avrò la possibilità ancora di andare nello stadio dei Galacticos.

4° GIORNO: Sveglia da solo alle 11,00 di mattina e via verso il Bernabeu: quel giorno ci sarebbe stata alle 13,00 la presentazione del nuovo acquisto del Real Madrid, Mateo Kovacic, appena arrivato dall’ Inter! Quindi arrivo allo stadio Santiago Bernabeu intorno alle 12,30, mezz’ora in anticipo per monitorare la situazione: in caso non ci fosse stato nulla, avrei fatto il tour guidato come hanno fatto i miei amici.
Provo a fare un giro intorno allo stadio, e appena dietro la curva, mi si presenta davanti una coda di centinaia di persone lungo tutto il perimetro dello stadio; dopo essermi accertato che la fila di persone fosse per la presentazione del nuovo acquisto, mi metto in coda e dopo una ventina di minuti riesco ad entrare nell’ impianto. Per me, appassionato di calcio, entrare nel tempio del calcio europeo è un’emozione unica: le tribune, il manto erboso, l’atmosfera che si respira al Bernabeu è qualcosa di indescrivibile. A fare da cornice a tutto ciò, centinaia di persone, con magliette del Real personalizzate, gioiose, che cantano e intonano cori da stadio anche per la presentazione di un giocatore. Il calcio in Spagna è una religione, basta passeggiare in centro a qualsiasi ora del giorno per notare la passione dei madrileni per questo sport.
Quindi, dopo essere entrato gratuitamente, essermi seduto in tribuna centrale e aver assistito alla cerimonia di presentazione del giovane Kovacic, posso dirmi soddisfatto e torno all’ Hostal per pranzare con gli altri.Dopo il pranzo al Mc Donald’s nella Gran Via, ci muoviamo verso il Vicente Calderon, stadio dell’altra squadra importante della città, l’Atletico Madrid. Arriviamo nel quartiere dello stadio con la metro, e dopo una passeggiata lungo il fiume di Madrid, il Rio Manazanares, ci rechiamo allo store ufficiale dell’Atletico Madrid, dentro allo stadio, dove compriamo il biglietto per il tour guidato (8€ con lo sconto preso all’ Hostal Alaska). Chiaramente, dopo aver visto il Bernabeu, è logico rimanere indifferenti ad uno stadio “normale”: questa struttura, che decadrà in favore del nuovo stadio che stanno costruendo , fa parte della storia del calcio spagnolo, teatro di mille “battaglie” dei Colchoneros, soprannome dei giocatori dell’Atletico. Per calciofili come noi, la bellezza e la storia che offre questo stadio e il fascino della squadra “operaia”, meno ricca rispetto ai cugini del Real, ci gratifica comunque.

Dopo il tour, ci spostiamo sempre in metro a Plaza de Espana e 5 minuti a piedi più a Sud ci imbattiamo nel Palacio Real. La maestosità e la regalità dell’immensa struttura, simbolo della monarchia spagnola, circondata da giardini ben curati e marciapiedi puliti, ci colpisce e dopo le foto di rito e sosta rigenerante, ci muoviamo verso la vicina Cattedrale de la Almudena, che è il principale luogo di culto cattolico della città.

Torniamo poi a piedi verso l’Hostal, non prima di fermarci ad ammirare la bellezza di Plaza Mayor e dei suoi fantastici edifici che ne delimitano il perimetro, muovendoci tra la folla che alle 19,00 di sera, esce in massa, dopo aver superato il caldo secco pomeridiano.


La sera, consultando Tripadvisor, cerchiamo un ristorantino dove mangiare bene e spendere poco, e troviamo il Malaspina, proprio a due passi da noi. Veramente consigliato, si mangia benissimo, servizio impeccabile, e il prezzo è veramente contenuto. Dopo cena, torniamo alla Fontana de Oro, dove oltre a prendere qualcosa da bere, abbiamo giocato anche a biliardo nel piano inferiore.
5° GIORNO: Sveglia, panino da asporto al Museo del Jamon, e via all’aeroporto, dove prendiamo il volo delle 14,05 verso Bologna.
Di Madrid mi rimarrà sempre impresso lo stile di vita, il caldo secco diverso dal nostro della riviera romagnola, la cordialità degli abitanti e la passione per il calcio. Sono rimasto sorpreso dall’ importanza della vita notturna madrilena; nonostante abbiamo soggiornato ad Agosto, un mese “morto” per le capitali europee, abbiamo trovato una città giovanile e che fa della “movida” un’attrazione per il turismo. Gracias Madrid, hasta luego!