giovedì 29 giugno 2017

Valencia!

Il regalo di laurea chiesto dalla mia ragazza, a fine estate, quando ormai l’evento si avvicinava (si è laureata ad ottobre 2015), fu ben preciso: una bella vacanzina. Quindi il sottoscritto, cogliendo l’occasione al volo per arricchire il mio bagaglio di viaggiatore, non esitai a cercare altri regali più semplici e materiali, e subito andai alla ricerca del viaggio di nostro e specialmente suo gradimento. Sì, suo gradimento, non perchè sia una ragazza difficile come gusti, ma per il semplice fatto che in inverno soffre terribilmente il freddo; quindi viene da sè che per accontentarla, le mete adeguate si restringono enormemente. Avendo solo 5 giorni disponibili e soprattutto nelle vacanze di Natale, prenotai il volo e l’hotel, periodo 23-27 dicembre…destinazione Valencia!
Chiaramente, usufruimmo delle numerose mete Ryanair, anche se sotto Natale il prezzo del volo non è troppo conveniente in generale; invece prenotai l’hotel sempre in anticipo e il rapporto qualità prezzo vi posso dire che è stato favoloso.
Aereo alle ore 8.55 del mattino da Bologna, dove lasciamo un freddo umido e una nebbia fittissima tipica di una giornata invernale in Emilia. Dopo quasi due ore di volo, convinti di arrivare al sole e al caldo tipicamente spagnoli, atterriamo: scherzo del destino, nebbia e grigiore pure a Valencia (seppur con circa 12°). Increduli, ci avviammo verso la metropolitana interna all’ aeroporto che collega con il centro (circa 10 km di distanza). Come efficienza, pulizia e velocità è molto pratica, tutto il contrario invece le modalità d’acquisto e il costo di essa (variabile a seconda di quanti ne compri, da quello che abbiamo capito, comunque intorno ai 4-5 euro a testa). Compriamo al self-service due biglietti di sola andata per il centro e ce ne stampa solamente uno. Conseguente il nostro disappunto, 10 minuti di fila all’ ufficio informazioni, per sentirci dire che bisogna passare due volte il biglietto ai tornelli. Saliamo sulla metro verde (si poteva anche utilizzare quella rossa) e scendiamo a Colòn dopo 20-25 minuti di tragitto. Arriviamo dopo 5 minuti a piedi al nostro hotel, l’ Ayre Astoria Palace, quattro stelle, proprio a due passi da Plaza de l’ Ayuntamiento, zona centralissima. Scelta azzeccatissima, stanza enorme, pulizia ottima, cordialità del personale, vivamente consigliato. Ormai era ora di pranzo ( ricordo che per gli spagnoli alle h.12,45 era ancora presto, loro si siedono a tavola intorno alle h.14,00!), affamati ci dirigiamo verso la vicina Plaza de Toros.


Nonostante la fame, ci fermiamo ad ammirare le due immense e magnifiche costruzioni presenti qui: la Stazione del Nord e l’Arena della Corrida che però purtroppo era chiusa al pubblico. Cerchiamo un localino consigliato da un’amica che era stata a Valencia, ossia “100 Montaditos”: in questo locale cucinano pietanze spagnole, ma la specialità sono questi piccoli “panini”, assemblati in 100 combinazioni di gusti differenti. Abbiamo avuto anche fortuna, in quanto il mercoledì e la domenica costano solamente 1 euro l’uno! Prendiamo tre panini a testa, una cerveza media (solo 1,50€) e un bicchiere di tinto de verano (1€). Ci dirigiamo dopo pranzo al Mestalla, il famoso stadio del Valencia C.F., dove faremo il tour guidato. Arrivati in un quarto d’ora a piedi allo stadio, dopo alcune foto dall’ esterno, ci rechiamo alla biglietteria dove paghiamo circa 7€ a testa, e ci uniamo al gruppo delle h. 16,00 in perfetto orario. Entriamo dalla tribuna centrale, e lo spettacolo degli scenografici seggiolini che si cela davanti a noi vale da solo il prezzo del biglietto. Visitiamo la sala trofei, sala stampa, spogliatoi, per finire alle panchine dentro il campo da gioco. Veramente emozionante, ed anche alla mia ragazza che chiaramente mi accompagna solitamente, è piaciuto un sacco. Dopo aver ricevuto la penna del Valencia C.F. in regalo, decidiamo di andare verso il mare.





Valencia, un po’ come Rimini, la città in cui abito, è famosa per il mare, e proprio come la mia città, di inverno il lungomare si svuota. Quindi, nonostante la bellezza e la pulizia della zona, troviamo tutte le attività chiuse e pochissima gente.
Torniamo allora verso l’hotel, e usciamo per cena. Mangiamo al Pipol Asador, vicino a Xatìva, “menu tapas” 10€ a testa che comprendeva appunto tapas, bibita e caffè.


 Ottimo rapporto qualità prezzo, con queste stuzzicherie spagnole veramente ottime. Stanchi dal primo giorno di viaggio, torniamo all’  hotel per riposare.



Il mattino seguente, per la cronaca la vigilia di Natale, andiamo verso il Mercat Central, fermandoci a fare colazione in una panetteria economica e con tante squisitezze. Giunti a destinazione, entriamo e vaghiamo un pò alla scoperta dei sapori e prodotti tipici, respirando aria popolare, della vera vita valenciana.


Dopo aver sorseggiato una rinfrescante “orchata valenciana” (bevanda dolce che proviene dalla radice della “chufa”, tubero locale), proseguiamo nella visita della città con la Lonja de la Seda, edificio in stile gotico, patrimonio dell’umanità e luogo di assemblee e commercio. Rimanemmo un po’ delusi, in quanto all’ interno è un edificio maestoso, ma spoglio, senza particolari artistici rilevanti; molto bella la “Sala del mercato”, con colonne e soffitto molto particolari.


Continuiamo il nostro tour del centro con la eccentrica Plaza Redonda: questa, sede di diversi stand di tessuti e negozietti, è appunto di perimetro circolare, piccola e racchiusa con case della stessa forma della piazza. Proseguiamo con l’arrivo in Plaza de la Reina, dove in fondo, tra mercatini di Natale e fiumane di gente, si erge la Cattedrale. Purtroppo l’ingresso è a pagamento, comprende la visita delle tombe ecc; proseguiamo, in quanto avevamo deciso anticipatamente di andare alla Santa Messa di mezzanotte proprio quella sera!


Al di là della Cattedrale, troviamo Plaza de la Virgen, con la famosa fontana, dove decine di turisti sono intenti a fare foto e rilassarsi. Prima di pranzare, decidiamo di salire sulle Torres de Serranos, la porta delle antiche mura della città; percorrendo scalinate ripide (e a mio avviso anche poco sicure), si arriva in cima e ci si gode un panorama contrastante stupendo. 
Da una parte i giardini del Turia, antico letto del fiume poi deviato che abbraccia Valencia, separando la Ciudad Vella dalla periferia; dall’ altra parte il vero e proprio centro, urbanizzato, con gli edifici più importanti che si innalzano sopra l’intricata pianta della città. Torniamo allora verso il nostro hotel e affamati andiamo a colpo sicuro: i panini componibili del Subway in Plaza de l’ Ayuntamiento. Dopo una siesta in hotel, in linea con il consumismo natalizio italiano, dedicheremo il pomeriggio allo shopping per la felicità della mia ragazza! Centri commerciali come “El Corte Ingles”, catene di brand internazionali, unite a negozietti e piccole boutique a prezzi convenienti, si può dire che a Valencia puoi trovare un sacco di scelta!

Io nel dubbio ho preso i miei soliti pantaloncini da calcio nell’ immenso Valencia C.f. Store.







Sera della vigilia di Natale, gran parte dei ristoranti chiusi e altri prevedevano un menu fisso a prezzi chiaramente poco accessibili; veniamo fermati da una ragazza che ci propone una cena alla carta nel ristorante per cui lavorava, il “MoN”, in Carrer de Sant Vicent Màrtir. Essendo a Valencia, non si poteva non provare la paella valenciana, e qui si poteva trovare ad un ottimo prezzo. Ci fidiamo e dopo essere saliti al piano superiore, attendiamo la nostra paella, mangiando intanto una bruschetta al pomodoro (molto diffusa, e anche squisita, vista anche per colazione!!!) e sorseggiando una “copa” de sangria. Un’ora e mezza scopriamo che non sarebbe arrivata alcuna paella al nostro tavolo, a causa di una famiglia italiana che ha chiesto celermente la paella in quanto dovevano andare via urgentemente in quanto il figlio si era addormentato sul tavolo.   Unendo il fatto che la cucina, sommersa di ordini, aveva sostituito il nostro ordine di 20 minuti prima con il loro, saltandolo quindi, e la famigliola, che fino a un’ora prima era così impaziente, si accingeva ad ordinare anche il dessert, che dopo aver mangiato la paella con calma, decidiamo di alzarci, e dopo un breve diverbio verbale con la famiglia che per poco non è diventato fisico, andiamo via senza pagare. Con un gran nervoso troviamo poco più avanti “Sagardi”, un tapas bar molto carino che con un selfservice di tapas cenavi. Alle 23;30 ci accingiamo ad assistere alla famosa S.Messa della Vigilia di Natale alla Cattedrale valenciana: oltre ad essere una delle chiese più importanti della Spagna, in essa è tradizionalmente presente un coro che ci ha lasciato senza parole…sembrava di assistere a un concerto lirico! La magia della messa di Natale ha allietato la serata, sedando il rancore della cena!



Ecco il giorno di Natale! Ci svegliamo con calma: negozi chiusi la mattina, ci fermiamo a fare una mega colazione intorno alle 10,45 da Starbucks, e decidiamo di dirigerci verso Torres de Quart, l’altra famosa porta di ingresso nella città valenciana. Purtroppo non riusciamo a salire, cancelli chiusi intorno ad essa: prima di pranzo allora andiamo a fare un giro ai Jardin de Turìa. Questa enorme area verde, come già detto, circonda il perimetro cittadino, è luogo di camminate, relax in bicicletta, laghetti, parchi giochi e persino campi sportivi: il tutto racchiuso in questo ex letto del fiume Turìa, che a causa di una inondazione del secolo scorso, venne deviato. Quindi, dopo aver visto solo uno “sputo” di parco, cerchiamo un locale carino per pranzare, e magari questa volta mangiare finalmente la paella dopo l’ “avventura” della sera prima! Ci sediamo in Plaza del Tossal, in un ristorantino chiamato “Infanta”. Prendiamo insalata, paella, sangria e caffè, per la modica cifra di 14€ circa; posto consigliatissimo, buono il rapporto qualità prezzo.


Strapieni dalla mangiata, ci alziamo e decidiamo di andare finalmente a visitare l’attrazione penso più bella di Valencia: la Città delle Arti e della Scienza. Prendiamo l’autobus (costo 1,50€ a corsa, è il mezzo migliore per girare a Valencia), per la precisione il numero 19 da Plaza de l’ Ayuntamiento, e arriviamo dopo una quindicina di minuti. Dopo aver visto la mega-riproduzione di Gulliver nel parco accanto, ci rechiamo a comprare i biglietti di ingresso per l’enorme complesso architettonico famoso in tutto il mondo.


Prendiamo combinati solamente quelli del Museo della Scienza e dell’Emisferico, che avremmo visto nel pomeriggio, singolo per il giorno successivo quello dell’Oceanografico. Iniziamo con la visita dell’interattivo Museo della Scienza, molto interessante e non banale, con numerose curiosità e prove fisiche del funzionamento del pianeta Terra. Dopo circa due ore di visita, ci attendeva la proiezione del film-documentario all’ Emisferico: al suo interno si trova una grande sala con uno schermo concavo di 900 metri quadrati e 24 metri di diametro, la sala cinematografica Imax più grande di Spagna.


Abbiamo scelto (per la comodità dell’orario) Jerusalem, documentario sulla vita nella capitale israeliana, dove convivono tre differenti religioni; molto bello, effetti speciali sensazionali, sembrava davvero di essere in mezzo alla città, unica pecca audio non italiano per questo film. Tornati sempre con il bus numero 19, dopo una doccia usciamo in cerca di cibo verso il quartiere del Carmen, che si dice pieni di giovani e vita notturna. Unico ristorantino che ci ispirava però in questa zona era “La taberna de Marisa”. Nonostante fossimo gli unici clienti del locale (un po’ perchè erano le 22,45, un po’ perchè non era sicuramente uno dei ristoranti più economici), passammo una bellissima cenetta, con un menu composto da antipasti lavorati, verdure, paella, acqua, dolce e caffè alla modica cifra di 20 € a testa.


Contenti per l’ottimo pasto, ci districhiamo tra i numerosi p.r. che propongono ingressi in pub e localini, troviamo quindi un posticino per bere qualcosa molto carino, il “Cafè Alta 6” dove si poteva giocare anche a giochi di società. Dopo qualche partita a battaglia navale e dos aguas de Valencia (il drink tipico della città, a base di arancia, vodka, gin e zucchero di canna) torniamo all’ hotel pronti per l’ultima giornata.

Dopo la sveglia e una veloce colazione, ci dirigiamo subito verso l’Oceanografico. Giornata soleggiata e calda, ricordo che a parte il primo giorno, abbiamo trovato sempre sole e caldo di giorno, ossia temperature dai 15 ai 20 gradi, e serate altrettanto gradevoli mai fredde.


Entrati, troviamo il parco diviso in circa 12 tappe, un percorso che forse solo le foto possono avvicinarsi alla riproduzione della bellezza di questo posto. Camminare con gli squali ad un metro sopra noi, vedere lo spettacolo del delfinario più grande d’Europa, ammirare i pinguini, balenottere, foche e tutta la fauna acquatica più conosciuta è stata un’esperienza unica e consigliabile per grandi e piccini.









Intorno alle 16 del pomeriggio, ci spostiamo verso l’unico edificio in centro che ancora non avevamo incontrato: il Mercato di Colòn. Questa struttura trasudava aria natalizia, con piccoli banchetti di ambulanti all’ interno incorniciati da mini-bar dove potersi gustare un aperitivo. Di ritorno, ci fermiamo a cenare al fast food messicano vicino al nostro hotel , il Taco-Bell. Due menu per 15,90€ totali con un sacco di specialità tipiche centroamericane: personalmente, non mi è piaciuto, sapori troppo forti, speziati, che neanche un buon stomaco come il mio ha retto. Si va a letto presto: sveglia alle 4:30!
Uno dei pochi svantaggi Ryanair è l’orario dei voli: purtroppo infatti la partenza alle 6.30 di mattina implica una levataccia! Il problema sono i mezzi di trasporto per arrivare all’ aeroporto. Gli autobus sono lenti e costosi verso l’aeroporto, e rischiosi in quanto non sempre in orario, la metro apre alle 6-6.30 di mattina…rimane il taxi. In Plaza de l’ Ayuntamiento passano continuamente e in circa un quarto d’ora (guida molto sportiva!) arriviamo all’ aeroporto: tariffa fissa 20 € totale (detta da subito, quindi nessuna sorpresa).
Un’altra vacanza è terminata,un’altra città spagnola da me visitata: se mi chiedeste di ripartire ora verso la Spagna, lo farei nuovamente e molto volentieri. Il ritmo della vita spagnola, il caldo in ogni stagione, cibo ottimo e il calore di un popolo sempre sorridente e in movimento. Questa è stata Valencia, una meta rilassante, in una città a portata di uomo.








giovedì 11 maggio 2017

Napoli e Pompei

Ponte del 1 maggio 2017, quale occasione migliore per fare un bel giro in una città italiana?
Regalai alla mia fidanzata i biglietti del treno per Napoli, una meta che ha suscitato sempre molta curiosità sia per la bellezza del posto, sia per lo stile di vita molto stereotipato da noi del centro-Nord.
Partimmo sabato 29 aprile, alle 6:38 di mattina da Rimini, e intorno alle 10:30 arrivammo a Roma, dove avremmo preso il treno regionale che alle 13:40 ci avrebbe portato a Napoli Centrale.
Arrivati in stazione abbiamo avuto subito un piccolo assaggio della città: ragazzi che ci volevano vendere qualsiasi cosa, una confusione di gente che parlava ad alta voce e di fronte a noi una città caotica, dove le regole e la segnaletica stradale (dove è presente) non sono proprio seguite alla lettera. Ci incamminammo verso il nostro appartamento prenotato su Booking.com, vicino a Spaccanapoli, in vicolo de' Ziroli, zona Forcella, 15 minuti a piedi dalla stazione.
Qui incontrammo Umberto, il proprietario di casa, che ci accompagnò all' 8° piano dell'edificio: la "Finestra sul Vesuvio" è veramente un angolo di paradiso. Appartamento nuovissimo, completo di tutti i comfort, e con una vista mozzafiato.
Siamo usciti repentinamente, non vedevamo l'ora di vivere la città: con una certa fame, ci inoltriamo nel cuore di Napoli e la scelta è ricaduta subito sulla pizza fritta di "Sorbillo". Non potete capire la bontà di questa pietanza, fritta sul momento, con cicoli napoletani, salame, ricotta e pepe, mangiata in piedi, vero e proprio street food, per soli 3,50 €.
Finita questa come non prendere un dolce per chiudere il pasto a Napoli? E via, è il turno del babà, comprato proprio nella pasticceria di fronte, al Mazz. Io non vado matto per il rum e di conseguenza per i babà assaggiati in Romagna, ma quello preso lì è stato uno dei dolci più buoni che io abbia mai mangiato.
Dopo pranzo ci siamo incamminati verso il maestoso Duomo di Napoli, dove dentro di esso si trova la Cappella di San Gennaro, protettore di Napoli, e qui vi sono anche le reliquie del Santo.

Il Duomo si presenta molto ampio ma relativamente spoglio, mentre la Cappella è veramente bella, decorata con i migliori affreschi, in stile barocco, ed è stata voluta proprio dai napoletani per il culto e la tradizione legata al Santo.
Tornando verso il centro ci incamminiamo verso la via dei presepi San Gregorio Armeno: abbiamo percorso la tanto famosa via che ho visto sin da bambino alla TV, e ci siamo fermati più o meno ogni due metri ad ammirare la goliardia e la bravura degli artigiani napoletani, e le loro statuine del presepe. Terracotte, omini, strutture in movimento, personaggi dipinti a mano, qui sembra che sia Natale tutto l'anno!

Ci siamo diretti poi verso la Cappella di San Severo, dove viene custodita la scultura famosissima del Cristo Velato (info qui http://www.museosansevero.it/it/). Per carità, una scultura che ti lascia senza parole, la lavorazione del marmo è minuziosa e perfetta, sembrava una persona vera e un telo ancora più vetro, dettagliato anche a mo' di pizzo, però fare pagare 7 € (ridotto sotto i 25 anni 5 €) solo per vedere questa struttura e qualche affresco nella minuscola Cappella, mi sembra un po eccessivo. Usciamo dalla breve visita e ci dirigemmo verso Piazzetta Nilo, qui c'è un vero e proprio luogo di culto: il Bar Nilo e "l'altarino di Maradona".

Il calciatore argentino è oggetto di culto da tutti i napoletani e in ogni angolo della città, si possono trovare icone, immagini, murales ed emblemi raffiguranti lui, colui che riuscì a far conoscere la Napoli calcistica nel mondo. Napoli vive di calcio, il colore azzurro della maglia della società è ovunque, bandiere, sciarpe, negozietti sono tutti adornati con la prima fede dell'uomo napoletano: l'SSC Napoli. Dopo le foto di rito e dopo aver continuato la tradizione del caffè sospeso (in pratica si pagano due caffè, uno che hai bevuto e uno lo offri a chi vuole usufruirne, e sta cosa mi piace molto, è una sorta di aiuto in teoria ai più bisognosi), ci dirigemmo verso il Monastero di Santa Chiara e il Chiostro nei pressi di Piazza del Gesù Nuovo. Nel Chiostro non entrammo, nel Monastero sì, ed è veramente bello all'interno, con vetrate colorate e una navata maestosa. In piazza del Gesù troviamo oltre alla Chiesa omonima, l'obelisco di Santa Chiara. Dopo essere ripassati nella via dei presepi e aver visitato il curioso "Ospedale delle bambole", uno dei pochi luoghi in Italia dove si riparano vecchi giocattoli dei collezionisti, e dove una simpatica signora ci ha accolto per un giretto libero all'interno, ci incamminammo verso l'appartamento.

Prime impressioni di Napoli: caos, goliardia e una società molto diversa dalla nostra del Centro-Nord.
Sono stato a Palermo un anno ma, e sebbene anche lì trovai diverse differenze, non sentii troppo la diseguaglianza. Chiaramente eravamo proprio stati nella Napoli popolare, quartieri molto vivaci, vicoli stretti e non troppo "clean".
Dopo una doccia e un attimo di relax, uscimmo per cena e ci dirigemmo verso il centro, e scegliemmo in base all'impressione esterna. e la Trattoria La Campagnola in Piazzetta Nilo ci sembrò ottima. Come antipasto prendemmo un "Fritto misto Italia" in due, e prendemmo gli "scialatielli ai frutti di mare", e furono veramente superlativi. Mezzo litro di vino bianco, acqua, e dolce. Il tutto per la modica cifra di 26 € totale! Dopo una breve passeggiata, tornammo in appartamento, carichi per la giornata successiva.

La mattina seguente, visitammo Pompei: comprammo su internet il biglietto Trenitalia Napoli Piazza Garibaldi-Pompei al prezzo di 2,60 € solo andata e che in 40 minuti circa ti porta nella località campana. Arrivammo intorno alle 9;45 e attraversando la città nuova, si arriva in una decina di minuti a piedi alla biglietteria degli scavi. Solo successivamente, e la prendemmo al ritorno, scoprimmo che a parità di prezzo, la Circumvesuviana era molto più vicina della stazione Trenitalia, e si entrava dal secondo ingresso. Dopo mezz'ora di fila (scandaloso che un patrimonio artistico come Pompei abbia solamente due casse, di cui una era prevalentemente riservata alle guide che cercavano clienti da formare gruppi e fare biglietti veloci) e alla modica cifra di 13 € (ridotto solo se studi alla facoltà di "Arte" e mostri un badge!), entrammo e visitammo il bellissimo sito archeologico, che raccontare in poche righe sarebbe un'offesa e quindi vi allego qui di seguito un assaggio:






Pompei è veramente enorme e ci vorrebbe una giornata intera per scoprire ogni angolo, perchè fidatevi, lo stato conservativo delle cose ti catapulta proprio nella vita di quella volta. La cosa che più mi ha colpito è il sistema stradale ordinato e le prima" strisce pedonali rialzate", per passare da un marciapiede all' altro.
Dopo un pizza bread burger (un panino con al posto del pane normale, fatto con l'impasto della pizza) in un chioschetto vicino alla Circumvesuviana, rientrammo a Napoli intorno alle 15, dopo un breve relax in appartamento partimmo alla volta di via Toledo, la via dello shopping, dove i napoletani e i turisti fanno la passeggiata tra i negozi, e scendemmo verso il lungomare.
Il mare, di un azzurro lucente, con il Vesuvio all'orizzonte, fa da cornice alla bellissima cartolina che Napoli ci stava offrendo. Nonostante i mercanti abusivi con ogni tipo di merce, coppie e famiglie vestite eleganti, venditori di granite e cibo ambulanti, ristorantini e bar da aperitivo aperti, questa è la Napoli più chic.
Passammo vicino a Castel dell' Ovo, imponente fortezza ed ex residenza reale, molto scenografico proprio sul mare, fino ad arrivare al Maschio Angioino (Castelnuovo), una bellissima fortezza medievale, ora sede di mostre di arte.

Ultima tappa, oltrepassato il Teatro S.Carlo, uno dei più famosi teatri d'Europa, ci trovammo nella famosissima e bellissima Piazza del Plebiscito, simbolo di Napoli, luogo dei napoletani attualmente di concerti, manifestazioni e più semplicemente relax.
Arrivata ormai ora di cena, cercammo su Tripadvisor un posto lì vicino dove mangiare una buona pizza tipicamente napoletana: provammo "Da Soldino", una delle pizzerie più antiche... e ne rimammo veramente soddisfatti! Pizza ottima e indimenticabile, una bella Peroni da 66cl e come cornice la tv con la partita, in quanto quella sera si sarebbe giocato Inter-Napoli, big match di Serie A.
Pazzesco l'amore che i napoletani nutrono verso il calcio e il Napoli Calcio; tornando verso la nostra zona, dopo aver fatto un tratto breve di metropolitana solo per visitare l'uscita/entrata sotterranea della fermata Toledo, un vero e proprio capolavoro artistico) fummo costretti a fermarci davanti a un centro scommesse e il suo schermo TV, dove intorno ad esso una sessantina di persone tifavano, bevevano e incitavano la squadra! Sull' 1-0 per il Napoli (la partita finirà proprio così) fu il delirio!
Durante l'intervallo ci spostammo in piazza San Domenico Maggiore, seduti ai tavolini di fuori dell'omonimo bar, dove trovammo un'altra cinquantina di persone, tra quelli seduti che consumavano e gli"infiltrati" che seguivano la partita in piedi. Al fischio finale boato e applausi, ricordi che mi rimarranno sempre nella mente.

L'ultimo giorno, dopo un'ottima colazione con sfogliatelle e ministeriale da Scaturchio, la più famosa pasticceria di Napoli, altro dolce di cioccolato ripieno di liquore tipico di Napoli, ci godemmo in relax Spaccanapoli, comprando cibo da portare in Romagna e gli ultimi souvenir. Inizialmente pensavamo di visitare Napoli Sotterranea, ma la troppa coda, le recensioni sulla "claustrofobica visita" e il poco tempo a disposizione ci scoraggiarono. Dopo un pranzo molto street food con il "cuoppo", ossia un cono di fritto a piacere, molto sfizioso, recuperammo i bagagli, gentilmente custoditi dal ragazzo dell'appartamento, e ripartimmo alle 16 con il treno FRECCIA1000 alla volta di Roma, e poi verso Rimini, per rientrare in serata.

Come giudicare il weekend nella città partenopea? Beh sicuramente l'impatto è stato molto forte, usi, costumi, regole e educazione sono molto differenti, e bisogna fare attenzione ad ogni pericolo, ma tirando le somme, Napoli a me personalmente è rimasta nel cuore, la vivacità, la semplicità delle persone, la gioia, le tradizioni, il cibo e soprattutto la bellezza della natura che circonda la città di Napoli. La prossima volta sarà comprensivo il tour della costiera amalfitana e la Reggia di Caserta, sicuramente sarà anch'esso imperdibile!










venerdì 14 aprile 2017

Souvenirs...

Viaggiare è a mio avviso un modo di "fare esperienza", di aprire gli orizzonti e rendere se stessi persone migliori. Il viaggio perfetto è quello che imprime indelebilmente nella mente ricordi e anche a distanza di anni ti fa sorridere al solo pensiero dell'esperienza vissuta. Sapori, odori, bellezze naturali e architettoniche, emozioni, situazioni tragicomiche e disavventure, viaggiare è tutto questo.
La fotografia è la migliore àncora di legame al passato, la fedele riproduzione dell'emozione vissuta a tempo debito, lo specchio del passare inesorabile del tempo, anche se ultimamente scattare foto è diventato quasi una forma di "malattia".
Scattare foto al cibo, scattare foto ai quadri, scattare 800 foto al monumento più famoso, scattare un selfie per dire alla mamma che va tutto bene, scattare un selfie per aggiornare la "storia" su Instagram, scattare selfie per pubblicarlo in un qualsiasi social del piffero. Tutto ciò non ti fa godere a fondo l'esperienza e il momento che stai vivendo.
Portare a casa un souvenir è un altro modo di "staccare" un pezzo di luogo visitato; una mini-riproduzione del monumento da posizionare nella mensola a casa, una calamita da appiccicare al frigorifero e ogni volta che vai in cucina la ammiri oppure un alimento tipico del posto (sono i migliori, ma purtroppo quelli durano poco con me!).

Il souvenir che non può proprio mancare nella mia vacanza è il pantaloncino da calcio della squadra del paese. Io amo il calcio e in più in estate in una città di mare come Rimini, per andare al mare, sopra il costume slip si indossano i pantaloncini da calcio, e sfoggiarne uno sempre nuovo mi "gasa" un sacco. Se avete letto "Un po' di me" nel blog, avrete notato che ho una vera ossessione, e in ogni paese visitato metto in atto sempre la combo stadio + pantaloncino.
Qui di seguito vi mostro la raccolta (in continuo aggiornamento! ) delle foto della mia collezione con la relativa didascalia, perchè ognuno di questi ha la sua storia da raccontare!



1) Iniziamo dall'ultimo acquisto, pantaloncini della JUVENTUS annata 2016-2017, anche se non sono stati presi a Torino, ma su internet, ma li metto per primi in quanto è la mia squadra del cuore. Nonostante ciò non mi sono mai deciso a comprarli, non so il perchè; li ho voluti prendere personalizzati, con il numero 17 di Mario Mandzukic, che rappresenta lo spirito Juve in tutto e per tutto! E speriamo che sia di buon auspicio per la Champions League 2017.....


2) Vi chiederete che c***o di pantaloncini sono questi, senza stemma e apparentemente anonimi? Beh questi hanno un significato particolare, in quanto il calciatore che me li ha dati è proprio forte... sì avete indovinato sono miei!! Sono i pantaloncini del BELLARIA IGEA MARINA 2008/2009 , squadra della ex C2 dove ho toccato il mondo del professionismo, anche solo per una partita in campo (e una quindicina di partite in panchina) , e questi sono i pantaloncini di quell'unica partita, giocata con il numero 8 il 3 settembre del 2008, nello stadio della S.p.a.l. Ferrara, Giacomense-Bellaria finita 4-3 per loro. Un'emozione indescrivibile, io ero veramente giovane, e la partita era di coppa Italia. Bellissimo ricordo.


3) La "malattia" del souvenir pantaloncini da calcio iniziò da questi. Io sono una di quelle persone che se gioca alla playstation ad un gioco di calcio e l'avversario prende il Real Madrid, io prendo il Sassuolo per fare l'impresa sportiva, sono quella persona che tifa per i più deboli, amo le storie di rivincita, vivo per i miracoli. Detto ciò il primo paio di pantaloncini comprati in viaggio da collezione non poteva che essere quello di una "squadretta", il QUEENS PARK RANGERS 2012-2013, squadra londinese che militava allora nella Premier League, ora è in Championship, l'equivalente serie B italiana. Londra, settembre 2012, il mio primo viaggio in aereo e il primo viaggio con la mia fidanzata; girando per le viuzze intorno a Carnaby Street vidi questi shorts e me ne innamorai per la semplicità: presi!


4) Il giorno dopo però mi innamorai sempre lì a Londra di un altro paio di pantaloncini, in un negozietto (ce ne sono a bizzeffe in Inghilterra) a Oxford Street: erano quelli celebrativi sempre anno 2012-2013 del CHELSEA, squadra che a maggio 2012 vinse la Champions League! Quindi le bande laterali dell' Adidas per l'anno in corso vennero colorate d'oro. PS: il Chelsea maggio 2013 vinse l'Europa League!


5-6) Ho due paia di pantaloncini del PALERMO, strano eh? E' la mia seconda squadra del cuore, i primi pantaloncini sono del 2006-2007, anno in cui mi sono appassionato a questa squadra. Vederla giocare era un piacere, la Juventus era appena retrocessa a causa delle vicende giudiziarie extra-calcistiche che tutti sappiamo, e in serie A mi appassionai a questa squadra. Fu il regalo dei miei amici per il compleanno dei 16 anni a luglio 2007.
Il secondo paio anno 2015-2016 è invece uno sfizio tolto a novembre 2015, visitando la bellissima città di Palermo. li vidi in offerta non ci pensai due volte a prenderli, furono un portafortuna, in quanto la squadra, data per spacciata a inizio anno, si salvò miracolosamente all'ultima giornata!



7) Questi per bellezza sono forse tra i miei preferiti, VALENCIA 2015-2016. Cinque giorni a Natale 2015 nella bellissima città spagnola, viaggio regalato alla mia fidanzata per la Laurea. Come sempre il calcio non può mancare e allo store ufficiale in piazza de l'Ayuntamiento trovai questi bellissimi pantaloncini!


8) Giugno 2016, viaggio a Zurigo, bellissima città Svizzera, di certo non famosa per il calcio (lo stadio lo visitai comunque eh!), passeggiando lungo il fiume Limmat, scovai un negozio sportivo, e provai a cercare in mezzo a tutti gli articoli. Trovai questo paio, unica taglia, unico pezzo, appartenente alle "cavallette" (vengono chiamati così i giocatori di questa squadra) del GRASSHOPERS ZURICH!


9)Viaggio a Roma ponte del primo maggio 2014; in centro si respirava proprio aria di calcio, in quanto il 3 maggio ci sarebbe stata la triste finale di coppa Italia finita in tragedia, famosa per gli scontri fuori dall'Olimpico e la morte di Ciro Esposito. Ho preso i pantaloncini della ROMA, anche se quell'anno la divisa non mi piaceva molto, ma quelli della Lazio non li trovai!


10) Ponte del 2 giugno 2015 a Malta, un viaggio con la mia fidanzata che mi è rimasto particolarmente a cuore, 5 bellissimi giorni in un vero e proprio paradiso terrestre. ma la scoperta più grossa è stata trovare i pantaloncini della nazionale di calcio MALTA!



11) Viaggio con amici nelle ferie estive ad agosto 2015 a Madrid, capitale spagnola; è una città che trasuda calcio, vive di calcio, e  non essendo ancora stato a Valencia, volevo un paio di pantaloncini di una squadra meno blasonata spagnola, così presi quelli del GRANADA stagione 2015/2016, nuovi di zecca!


12) Un'altro paio di pantaloncini che amo particolarmente sono quelli dell' OLYMPIQUE LIONE, presi però nel viaggio a Parigi del 2013! Quelli del Paris Saint Germain non mi piacevano molto ed il costo era molto alto, allora nel centro commerciale Les Quatre Temps nel quartiere Defense, trovai questa chicca di cui sono molto orgoglioso, una squadra che mi è sempre piaciuta!


13) Questi sono stati i miei primi pantaloncini comprati su internet, quelli del MARIBOR. Il Palermo nel 2010 aveva comprato due giocatori di questa squadra slovena, Ilicic e Bacinovic, così mi sono innamorato di questo cimelio (sono i pantaloncini celebrativi dei 100 anni di questa società) che era in sventita online! 


14) I pantaloncini del CAGLIARI 2011/2012 sono un altro sfizio tolto su internet.


15) Questi sono una vera e propria "limited edition": nel mio viaggio a Dubai sono riuscito a trovare i pantaloncini di una squadra militante nel campionato locale al Dubai Mall, il centro commerciale più grande al mondo. Questi pantaloncini dell' AL AIN FC 2016-2017, squadra di Abu Dhabi, firmati Nike sono davvero stupendi e sicuramente da noi non si trovano in giro!


16) Stessa rarità sono i pantaloncini della nazionale degli EMIRATI ARABI UNITI, trovati nei Souk di Dubai a Deira, la parte vecchia di Dubai. Pagati molto di meno di quelli precedenti, dopo una tenace contrattazione, ho ottenuto questi pantaloncini (penso replica) molto caratteristici.


17) Sempre in tema di nazionali di calcio, nel mio viaggio a Bruxelles in Belgio nel gennaio 2015  ho comprato questi pantaloncini. In realtà avrei voluto quelli dell' Anderlecht, squadra della capitale belga che milita nel campionato maggiore, ma non ho trovato nessun negozio o rivenditore. Il calcio è uno sport molto secondario in Belgio, addirittura il giorno dell'epifania c'era l'intero campionato belga che giocava, ma al ristorante davano il posticipo di serie A italiana Juventus-Inter! Così nel centro commerciale City 2 trovai solamente quelli della nazionale di due anni più vecchi, e rimasi comunque soddisfatto!


18) Questi sono il souvenir dell'ultima vacanzina fatta con mia madre ad Atene, i pantaloncini 2016-2017 di una delle 3 squadre di Atene, il PANATHINAIKOS. Notare bene, se ad Atene paghi in contanti, ti fanno lo sconto!


19) Correva l'annata 2004/2005 e io, giocando nelle giovanili, andavo a fare il raccattapalle alle partite in casa del RIMINI F.C., la squadra della mia città! Quella volta il Rimini era in serie C1, e quell'anno venne promosso in serie B, e il capitano, Luca D'Angelo a fine di una partita, mi regalò i pantaloncini!