Il regalo di laurea chiesto dalla mia ragazza, a fine
estate, quando ormai l’evento si avvicinava (si è laureata ad ottobre 2015), fu
ben preciso: una bella vacanzina. Quindi il sottoscritto, cogliendo l’occasione
al volo per arricchire il mio bagaglio di viaggiatore, non esitai a cercare
altri regali più semplici e materiali, e subito andai alla ricerca del viaggio
di nostro e specialmente suo gradimento. Sì, suo gradimento, non perchè sia una
ragazza difficile come gusti, ma per il semplice fatto che in inverno soffre
terribilmente il freddo; quindi viene da sè che per accontentarla, le mete
adeguate si restringono enormemente. Avendo solo 5 giorni disponibili e
soprattutto nelle vacanze di Natale, prenotai il volo e l’hotel, periodo 23-27
dicembre…destinazione Valencia!
Chiaramente, usufruimmo delle numerose mete Ryanair, anche se
sotto Natale il prezzo del volo non è troppo conveniente in generale;
invece prenotai l’hotel sempre in anticipo e il rapporto qualità prezzo vi
posso dire che è stato favoloso.
Aereo alle ore 8.55 del mattino da Bologna, dove lasciamo un
freddo umido e una nebbia fittissima tipica di una giornata invernale in
Emilia. Dopo quasi due ore di volo, convinti di arrivare al sole e al caldo
tipicamente spagnoli, atterriamo: scherzo del destino, nebbia e grigiore pure a
Valencia (seppur con circa 12°). Increduli, ci avviammo verso la metropolitana
interna all’ aeroporto che collega con il centro (circa 10 km di distanza). Come
efficienza, pulizia e velocità è molto pratica, tutto il contrario invece le
modalità d’acquisto e il costo di essa (variabile a seconda di quanti ne
compri, da quello che abbiamo capito, comunque intorno ai 4-5 euro a testa). Compriamo
al self-service due biglietti di sola andata per il centro e ce ne stampa
solamente uno. Conseguente il nostro disappunto, 10 minuti di fila all’ ufficio
informazioni, per sentirci dire che bisogna passare due volte il biglietto ai
tornelli. Saliamo sulla metro verde (si poteva anche utilizzare quella rossa) e
scendiamo a Colòn dopo 20-25 minuti di tragitto. Arriviamo dopo 5 minuti a
piedi al nostro hotel, l’ Ayre Astoria Palace, quattro stelle, proprio a due
passi da Plaza de l’ Ayuntamiento, zona centralissima. Scelta azzeccatissima,
stanza enorme, pulizia ottima, cordialità del personale, vivamente consigliato.
Ormai era ora di pranzo ( ricordo che per gli spagnoli alle h.12,45 era
ancora presto, loro si siedono a tavola intorno alle h.14,00!), affamati ci
dirigiamo verso la vicina Plaza de Toros.
Nonostante
la fame, ci fermiamo ad ammirare le due immense e magnifiche
costruzioni presenti qui: la Stazione del Nord e l’Arena della Corrida che però
purtroppo era chiusa al pubblico. Cerchiamo un localino consigliato da
un’amica che era stata a Valencia, ossia “100 Montaditos”: in
questo locale cucinano pietanze spagnole, ma la specialità sono questi piccoli
“panini”, assemblati in 100 combinazioni di gusti differenti. Abbiamo avuto
anche fortuna, in quanto il mercoledì e la domenica costano solamente 1 euro
l’uno! Prendiamo tre panini a testa, una cerveza media (solo 1,50€) e un
bicchiere di tinto de verano (1€). Ci dirigiamo dopo pranzo al Mestalla, il
famoso stadio del Valencia C.F., dove faremo il tour guidato. Arrivati in un
quarto d’ora a piedi allo stadio, dopo alcune foto dall’ esterno, ci rechiamo
alla biglietteria dove paghiamo circa 7€ a testa, e ci uniamo al gruppo
delle h. 16,00 in perfetto orario. Entriamo dalla tribuna centrale, e lo
spettacolo degli scenografici seggiolini che si cela davanti a noi vale da solo
il prezzo del biglietto. Visitiamo la sala trofei,
sala stampa, spogliatoi, per finire alle panchine dentro il campo da gioco.
Veramente emozionante, ed anche alla mia ragazza che chiaramente mi accompagna
solitamente, è piaciuto un sacco. Dopo aver ricevuto la penna del Valencia C.F.
in regalo, decidiamo di andare verso il mare.
Valencia, un po’ come Rimini, la città in cui abito, è famosa
per il mare, e proprio come la mia città, di inverno il lungomare si svuota.
Quindi, nonostante la bellezza e la pulizia della zona, troviamo tutte le
attività chiuse e pochissima gente.
Torniamo allora verso l’hotel, e usciamo
per cena. Mangiamo al Pipol Asador, vicino a Xatìva, “menu tapas” 10€ a testa
che comprendeva appunto tapas, bibita e caffè.
Ottimo
rapporto qualità prezzo, con queste stuzzicherie spagnole veramente ottime.
Stanchi dal primo giorno di viaggio, torniamo all’ hotel per riposare.
Il mattino seguente, per la cronaca la vigilia di Natale,
andiamo verso il Mercat Central, fermandoci a fare colazione in una panetteria
economica e con tante squisitezze. Giunti a destinazione, entriamo e vaghiamo
un pò alla scoperta dei sapori e prodotti tipici, respirando aria popolare,
della vera vita valenciana.
Dopo aver
sorseggiato una rinfrescante “orchata valenciana” (bevanda dolce che proviene
dalla radice della “chufa”, tubero locale), proseguiamo nella visita della
città con la Lonja de la Seda, edificio in stile gotico, patrimonio
dell’umanità e luogo di assemblee e commercio. Rimanemmo un po’ delusi, in
quanto all’ interno è un edificio maestoso, ma spoglio, senza particolari
artistici rilevanti; molto bella la “Sala del mercato”, con colonne e
soffitto molto particolari.
Continuiamo
il nostro tour del centro con la eccentrica Plaza Redonda: questa, sede di
diversi stand di tessuti e negozietti, è appunto di perimetro circolare,
piccola e racchiusa con case della stessa forma della piazza. Proseguiamo con
l’arrivo in Plaza de la Reina, dove in fondo, tra mercatini di Natale e fiumane
di gente, si erge la Cattedrale. Purtroppo l’ingresso è a pagamento, comprende
la visita delle tombe ecc; proseguiamo, in quanto avevamo deciso
anticipatamente di andare alla Santa Messa di mezzanotte proprio quella sera!
Al di là
della Cattedrale, troviamo Plaza de la Virgen, con la famosa fontana, dove
decine di turisti sono intenti a fare foto e rilassarsi. Prima di pranzare,
decidiamo di salire sulle Torres de Serranos, la porta delle antiche mura della
città; percorrendo scalinate ripide (e a mio avviso anche poco sicure), si
arriva in cima e ci si gode un panorama contrastante stupendo.
Da una
parte i giardini del Turia, antico letto del fiume poi deviato che abbraccia
Valencia, separando la Ciudad Vella dalla periferia; dall’ altra parte
il vero e proprio centro, urbanizzato, con gli edifici più importanti che si
innalzano sopra l’intricata pianta della città. Torniamo
allora verso il nostro hotel e affamati andiamo a colpo sicuro: i panini
componibili del Subway in Plaza de l’ Ayuntamiento. Dopo una siesta in hotel, in
linea con il consumismo natalizio italiano, dedicheremo il pomeriggio allo
shopping per la felicità della mia ragazza! Centri commerciali come “El Corte
Ingles”, catene di brand internazionali, unite a negozietti e piccole boutique
a prezzi convenienti, si può dire che a Valencia puoi trovare un sacco di
scelta!
Io nel dubbio ho preso i miei soliti pantaloncini da calcio nell’ immenso
Valencia C.f. Store.
Sera della vigilia di Natale, gran parte dei ristoranti chiusi e
altri prevedevano un menu fisso a prezzi chiaramente poco accessibili; veniamo
fermati da una ragazza che ci propone una cena alla carta nel ristorante per
cui lavorava, il “MoN”, in Carrer de Sant Vicent Màrtir. Essendo a Valencia,
non si poteva non provare la paella valenciana, e qui si poteva trovare ad un
ottimo prezzo. Ci fidiamo e dopo essere saliti al piano superiore, attendiamo
la nostra paella, mangiando intanto una bruschetta al pomodoro (molto diffusa,
e anche squisita, vista anche per colazione!!!) e sorseggiando una “copa” de
sangria. Un’ora e mezza scopriamo che non sarebbe arrivata alcuna paella
al nostro tavolo, a causa di una famiglia italiana che ha chiesto celermente la
paella in quanto dovevano andare via urgentemente in quanto il figlio si
era addormentato sul tavolo. Unendo il fatto che la cucina,
sommersa di ordini, aveva sostituito il nostro ordine di 20 minuti prima con il
loro, saltandolo quindi, e la famigliola, che fino a un’ora prima era così
impaziente, si accingeva ad ordinare anche il dessert, che dopo aver mangiato
la paella con calma, decidiamo di alzarci, e dopo un breve diverbio verbale con
la famiglia che per poco non è diventato fisico, andiamo via senza pagare. Con
un gran nervoso troviamo poco più avanti “Sagardi”, un tapas bar molto
carino che con un selfservice di tapas cenavi. Alle 23;30 ci accingiamo ad
assistere alla famosa S.Messa della Vigilia di Natale alla Cattedrale
valenciana: oltre ad essere una delle chiese più importanti della
Spagna, in essa è tradizionalmente presente un coro che ci ha lasciato
senza parole…sembrava di assistere a un concerto lirico! La magia della messa
di Natale ha allietato la serata, sedando il rancore della cena!
Ecco il
giorno di Natale! Ci svegliamo con calma: negozi chiusi la mattina, ci fermiamo
a fare una mega colazione intorno alle 10,45 da Starbucks, e decidiamo di
dirigerci verso Torres de Quart, l’altra famosa porta di ingresso nella città
valenciana. Purtroppo non riusciamo a salire, cancelli chiusi intorno ad essa:
prima di pranzo allora andiamo a fare un giro ai Jardin de Turìa. Questa enorme
area verde, come già detto, circonda il perimetro cittadino, è luogo di
camminate, relax in bicicletta, laghetti, parchi giochi e persino campi
sportivi: il tutto racchiuso in questo ex letto del fiume Turìa, che a causa di
una inondazione del secolo scorso, venne deviato. Quindi, dopo aver visto solo
uno “sputo” di parco, cerchiamo un locale carino per pranzare, e magari questa
volta mangiare finalmente la paella dopo l’ “avventura” della sera prima! Ci
sediamo in Plaza del Tossal, in un ristorantino chiamato “Infanta”. Prendiamo
insalata, paella, sangria e caffè, per la modica cifra di 14€ circa; posto
consigliatissimo, buono il rapporto qualità prezzo.
Strapieni
dalla mangiata, ci alziamo e decidiamo di andare finalmente a visitare
l’attrazione penso più bella di Valencia: la Città delle Arti e della Scienza.
Prendiamo l’autobus (costo 1,50€ a corsa, è il mezzo migliore per girare a
Valencia), per la precisione il numero 19 da Plaza de l’ Ayuntamiento, e
arriviamo dopo una quindicina di minuti. Dopo aver visto la
mega-riproduzione di Gulliver nel parco accanto, ci rechiamo a comprare i
biglietti di ingresso per l’enorme complesso architettonico famoso in tutto il
mondo.
Prendiamo combinati solamente quelli del Museo della Scienza e
dell’Emisferico, che avremmo visto nel pomeriggio, singolo per il giorno
successivo quello dell’Oceanografico. Iniziamo con la visita dell’interattivo
Museo della Scienza, molto interessante e non banale, con numerose curiosità e
prove fisiche del funzionamento del pianeta Terra. Dopo circa due ore di
visita, ci attendeva la proiezione del film-documentario
all’ Emisferico: al suo interno si trova una grande sala con uno schermo
concavo di 900 metri quadrati e 24 metri di diametro, la sala
cinematografica Imax più grande di Spagna.
Abbiamo scelto (per la comodità dell’orario) Jerusalem,
documentario sulla vita nella capitale israeliana, dove convivono tre
differenti religioni; molto bello, effetti speciali sensazionali, sembrava
davvero di essere in mezzo alla città, unica pecca audio non italiano per
questo film. Tornati sempre con il bus numero 19, dopo una doccia usciamo in
cerca di cibo verso il quartiere del Carmen, che si dice pieni di giovani e
vita notturna. Unico ristorantino che ci ispirava però in questa zona era “La
taberna de Marisa”. Nonostante fossimo gli unici clienti del locale (un po’
perchè erano le 22,45, un po’ perchè non era sicuramente uno dei ristoranti più
economici), passammo una bellissima cenetta, con un menu composto da antipasti
lavorati, verdure, paella, acqua, dolce e caffè alla modica cifra di 20 € a
testa.
Contenti
per l’ottimo pasto, ci districhiamo tra i numerosi p.r. che propongono ingressi
in pub e localini, troviamo quindi un posticino per bere qualcosa molto carino,
il “Cafè Alta 6” dove si poteva giocare anche a giochi di società. Dopo qualche
partita a battaglia navale e dos aguas de Valencia (il drink tipico della
città, a base di arancia, vodka, gin e zucchero di canna) torniamo all’ hotel
pronti per l’ultima giornata.
Dopo la sveglia e una veloce colazione, ci dirigiamo subito
verso l’Oceanografico. Giornata soleggiata e calda, ricordo che a parte il
primo giorno, abbiamo trovato sempre sole e caldo di giorno, ossia temperature
dai 15 ai 20 gradi, e serate altrettanto gradevoli mai fredde.
Entrati, troviamo il parco diviso in circa 12 tappe, un percorso che forse solo
le foto possono avvicinarsi alla riproduzione della bellezza di questo posto.
Camminare con gli squali ad un metro sopra noi, vedere lo spettacolo del
delfinario più grande d’Europa, ammirare i pinguini, balenottere, foche e tutta
la fauna acquatica più conosciuta è stata un’esperienza unica e consigliabile
per grandi e piccini.
Intorno alle 16 del pomeriggio, ci spostiamo verso l’unico edificio in centro
che ancora non avevamo incontrato: il Mercato di Colòn. Questa struttura
trasudava aria natalizia, con piccoli banchetti di ambulanti all’ interno
incorniciati da mini-bar dove potersi gustare un aperitivo. Di ritorno, ci
fermiamo a cenare al fast food messicano vicino al nostro hotel , il Taco-Bell.
Due menu per 15,90€ totali con un sacco di specialità tipiche
centroamericane: personalmente, non mi è piaciuto, sapori troppo forti,
speziati, che neanche un buon stomaco come il mio ha retto. Si va a letto
presto: sveglia alle 4:30!
Uno dei pochi svantaggi Ryanair è
l’orario dei voli: purtroppo infatti la partenza alle 6.30 di mattina implica
una levataccia! Il problema sono i mezzi di trasporto per arrivare
all’ aeroporto. Gli autobus sono lenti e costosi verso l’aeroporto, e rischiosi
in quanto non sempre in orario, la metro apre alle 6-6.30 di mattina…rimane il
taxi. In Plaza de l’ Ayuntamiento passano continuamente e in circa un quarto
d’ora (guida molto sportiva!) arriviamo all’ aeroporto: tariffa fissa 20 €
totale (detta da subito, quindi nessuna sorpresa).
Un’altra vacanza è terminata,un’altra città spagnola da me
visitata: se mi chiedeste di ripartire ora verso la Spagna, lo farei nuovamente
e molto volentieri. Il ritmo della vita spagnola, il caldo in ogni stagione,
cibo ottimo e il calore di un popolo sempre sorridente e in movimento. Questa è
stata Valencia, una meta rilassante, in una città a portata di uomo.