giovedì 29 giugno 2017

Valencia!

Il regalo di laurea chiesto dalla mia ragazza, a fine estate, quando ormai l’evento si avvicinava (si è laureata ad ottobre 2015), fu ben preciso: una bella vacanzina. Quindi il sottoscritto, cogliendo l’occasione al volo per arricchire il mio bagaglio di viaggiatore, non esitai a cercare altri regali più semplici e materiali, e subito andai alla ricerca del viaggio di nostro e specialmente suo gradimento. Sì, suo gradimento, non perchè sia una ragazza difficile come gusti, ma per il semplice fatto che in inverno soffre terribilmente il freddo; quindi viene da sè che per accontentarla, le mete adeguate si restringono enormemente. Avendo solo 5 giorni disponibili e soprattutto nelle vacanze di Natale, prenotai il volo e l’hotel, periodo 23-27 dicembre…destinazione Valencia!
Chiaramente, usufruimmo delle numerose mete Ryanair, anche se sotto Natale il prezzo del volo non è troppo conveniente in generale; invece prenotai l’hotel sempre in anticipo e il rapporto qualità prezzo vi posso dire che è stato favoloso.
Aereo alle ore 8.55 del mattino da Bologna, dove lasciamo un freddo umido e una nebbia fittissima tipica di una giornata invernale in Emilia. Dopo quasi due ore di volo, convinti di arrivare al sole e al caldo tipicamente spagnoli, atterriamo: scherzo del destino, nebbia e grigiore pure a Valencia (seppur con circa 12°). Increduli, ci avviammo verso la metropolitana interna all’ aeroporto che collega con il centro (circa 10 km di distanza). Come efficienza, pulizia e velocità è molto pratica, tutto il contrario invece le modalità d’acquisto e il costo di essa (variabile a seconda di quanti ne compri, da quello che abbiamo capito, comunque intorno ai 4-5 euro a testa). Compriamo al self-service due biglietti di sola andata per il centro e ce ne stampa solamente uno. Conseguente il nostro disappunto, 10 minuti di fila all’ ufficio informazioni, per sentirci dire che bisogna passare due volte il biglietto ai tornelli. Saliamo sulla metro verde (si poteva anche utilizzare quella rossa) e scendiamo a Colòn dopo 20-25 minuti di tragitto. Arriviamo dopo 5 minuti a piedi al nostro hotel, l’ Ayre Astoria Palace, quattro stelle, proprio a due passi da Plaza de l’ Ayuntamiento, zona centralissima. Scelta azzeccatissima, stanza enorme, pulizia ottima, cordialità del personale, vivamente consigliato. Ormai era ora di pranzo ( ricordo che per gli spagnoli alle h.12,45 era ancora presto, loro si siedono a tavola intorno alle h.14,00!), affamati ci dirigiamo verso la vicina Plaza de Toros.


Nonostante la fame, ci fermiamo ad ammirare le due immense e magnifiche costruzioni presenti qui: la Stazione del Nord e l’Arena della Corrida che però purtroppo era chiusa al pubblico. Cerchiamo un localino consigliato da un’amica che era stata a Valencia, ossia “100 Montaditos”: in questo locale cucinano pietanze spagnole, ma la specialità sono questi piccoli “panini”, assemblati in 100 combinazioni di gusti differenti. Abbiamo avuto anche fortuna, in quanto il mercoledì e la domenica costano solamente 1 euro l’uno! Prendiamo tre panini a testa, una cerveza media (solo 1,50€) e un bicchiere di tinto de verano (1€). Ci dirigiamo dopo pranzo al Mestalla, il famoso stadio del Valencia C.F., dove faremo il tour guidato. Arrivati in un quarto d’ora a piedi allo stadio, dopo alcune foto dall’ esterno, ci rechiamo alla biglietteria dove paghiamo circa 7€ a testa, e ci uniamo al gruppo delle h. 16,00 in perfetto orario. Entriamo dalla tribuna centrale, e lo spettacolo degli scenografici seggiolini che si cela davanti a noi vale da solo il prezzo del biglietto. Visitiamo la sala trofei, sala stampa, spogliatoi, per finire alle panchine dentro il campo da gioco. Veramente emozionante, ed anche alla mia ragazza che chiaramente mi accompagna solitamente, è piaciuto un sacco. Dopo aver ricevuto la penna del Valencia C.F. in regalo, decidiamo di andare verso il mare.





Valencia, un po’ come Rimini, la città in cui abito, è famosa per il mare, e proprio come la mia città, di inverno il lungomare si svuota. Quindi, nonostante la bellezza e la pulizia della zona, troviamo tutte le attività chiuse e pochissima gente.
Torniamo allora verso l’hotel, e usciamo per cena. Mangiamo al Pipol Asador, vicino a Xatìva, “menu tapas” 10€ a testa che comprendeva appunto tapas, bibita e caffè.


 Ottimo rapporto qualità prezzo, con queste stuzzicherie spagnole veramente ottime. Stanchi dal primo giorno di viaggio, torniamo all’  hotel per riposare.



Il mattino seguente, per la cronaca la vigilia di Natale, andiamo verso il Mercat Central, fermandoci a fare colazione in una panetteria economica e con tante squisitezze. Giunti a destinazione, entriamo e vaghiamo un pò alla scoperta dei sapori e prodotti tipici, respirando aria popolare, della vera vita valenciana.


Dopo aver sorseggiato una rinfrescante “orchata valenciana” (bevanda dolce che proviene dalla radice della “chufa”, tubero locale), proseguiamo nella visita della città con la Lonja de la Seda, edificio in stile gotico, patrimonio dell’umanità e luogo di assemblee e commercio. Rimanemmo un po’ delusi, in quanto all’ interno è un edificio maestoso, ma spoglio, senza particolari artistici rilevanti; molto bella la “Sala del mercato”, con colonne e soffitto molto particolari.


Continuiamo il nostro tour del centro con la eccentrica Plaza Redonda: questa, sede di diversi stand di tessuti e negozietti, è appunto di perimetro circolare, piccola e racchiusa con case della stessa forma della piazza. Proseguiamo con l’arrivo in Plaza de la Reina, dove in fondo, tra mercatini di Natale e fiumane di gente, si erge la Cattedrale. Purtroppo l’ingresso è a pagamento, comprende la visita delle tombe ecc; proseguiamo, in quanto avevamo deciso anticipatamente di andare alla Santa Messa di mezzanotte proprio quella sera!


Al di là della Cattedrale, troviamo Plaza de la Virgen, con la famosa fontana, dove decine di turisti sono intenti a fare foto e rilassarsi. Prima di pranzare, decidiamo di salire sulle Torres de Serranos, la porta delle antiche mura della città; percorrendo scalinate ripide (e a mio avviso anche poco sicure), si arriva in cima e ci si gode un panorama contrastante stupendo. 
Da una parte i giardini del Turia, antico letto del fiume poi deviato che abbraccia Valencia, separando la Ciudad Vella dalla periferia; dall’ altra parte il vero e proprio centro, urbanizzato, con gli edifici più importanti che si innalzano sopra l’intricata pianta della città. Torniamo allora verso il nostro hotel e affamati andiamo a colpo sicuro: i panini componibili del Subway in Plaza de l’ Ayuntamiento. Dopo una siesta in hotel, in linea con il consumismo natalizio italiano, dedicheremo il pomeriggio allo shopping per la felicità della mia ragazza! Centri commerciali come “El Corte Ingles”, catene di brand internazionali, unite a negozietti e piccole boutique a prezzi convenienti, si può dire che a Valencia puoi trovare un sacco di scelta!

Io nel dubbio ho preso i miei soliti pantaloncini da calcio nell’ immenso Valencia C.f. Store.







Sera della vigilia di Natale, gran parte dei ristoranti chiusi e altri prevedevano un menu fisso a prezzi chiaramente poco accessibili; veniamo fermati da una ragazza che ci propone una cena alla carta nel ristorante per cui lavorava, il “MoN”, in Carrer de Sant Vicent Màrtir. Essendo a Valencia, non si poteva non provare la paella valenciana, e qui si poteva trovare ad un ottimo prezzo. Ci fidiamo e dopo essere saliti al piano superiore, attendiamo la nostra paella, mangiando intanto una bruschetta al pomodoro (molto diffusa, e anche squisita, vista anche per colazione!!!) e sorseggiando una “copa” de sangria. Un’ora e mezza scopriamo che non sarebbe arrivata alcuna paella al nostro tavolo, a causa di una famiglia italiana che ha chiesto celermente la paella in quanto dovevano andare via urgentemente in quanto il figlio si era addormentato sul tavolo.   Unendo il fatto che la cucina, sommersa di ordini, aveva sostituito il nostro ordine di 20 minuti prima con il loro, saltandolo quindi, e la famigliola, che fino a un’ora prima era così impaziente, si accingeva ad ordinare anche il dessert, che dopo aver mangiato la paella con calma, decidiamo di alzarci, e dopo un breve diverbio verbale con la famiglia che per poco non è diventato fisico, andiamo via senza pagare. Con un gran nervoso troviamo poco più avanti “Sagardi”, un tapas bar molto carino che con un selfservice di tapas cenavi. Alle 23;30 ci accingiamo ad assistere alla famosa S.Messa della Vigilia di Natale alla Cattedrale valenciana: oltre ad essere una delle chiese più importanti della Spagna, in essa è tradizionalmente presente un coro che ci ha lasciato senza parole…sembrava di assistere a un concerto lirico! La magia della messa di Natale ha allietato la serata, sedando il rancore della cena!



Ecco il giorno di Natale! Ci svegliamo con calma: negozi chiusi la mattina, ci fermiamo a fare una mega colazione intorno alle 10,45 da Starbucks, e decidiamo di dirigerci verso Torres de Quart, l’altra famosa porta di ingresso nella città valenciana. Purtroppo non riusciamo a salire, cancelli chiusi intorno ad essa: prima di pranzo allora andiamo a fare un giro ai Jardin de Turìa. Questa enorme area verde, come già detto, circonda il perimetro cittadino, è luogo di camminate, relax in bicicletta, laghetti, parchi giochi e persino campi sportivi: il tutto racchiuso in questo ex letto del fiume Turìa, che a causa di una inondazione del secolo scorso, venne deviato. Quindi, dopo aver visto solo uno “sputo” di parco, cerchiamo un locale carino per pranzare, e magari questa volta mangiare finalmente la paella dopo l’ “avventura” della sera prima! Ci sediamo in Plaza del Tossal, in un ristorantino chiamato “Infanta”. Prendiamo insalata, paella, sangria e caffè, per la modica cifra di 14€ circa; posto consigliatissimo, buono il rapporto qualità prezzo.


Strapieni dalla mangiata, ci alziamo e decidiamo di andare finalmente a visitare l’attrazione penso più bella di Valencia: la Città delle Arti e della Scienza. Prendiamo l’autobus (costo 1,50€ a corsa, è il mezzo migliore per girare a Valencia), per la precisione il numero 19 da Plaza de l’ Ayuntamiento, e arriviamo dopo una quindicina di minuti. Dopo aver visto la mega-riproduzione di Gulliver nel parco accanto, ci rechiamo a comprare i biglietti di ingresso per l’enorme complesso architettonico famoso in tutto il mondo.


Prendiamo combinati solamente quelli del Museo della Scienza e dell’Emisferico, che avremmo visto nel pomeriggio, singolo per il giorno successivo quello dell’Oceanografico. Iniziamo con la visita dell’interattivo Museo della Scienza, molto interessante e non banale, con numerose curiosità e prove fisiche del funzionamento del pianeta Terra. Dopo circa due ore di visita, ci attendeva la proiezione del film-documentario all’ Emisferico: al suo interno si trova una grande sala con uno schermo concavo di 900 metri quadrati e 24 metri di diametro, la sala cinematografica Imax più grande di Spagna.


Abbiamo scelto (per la comodità dell’orario) Jerusalem, documentario sulla vita nella capitale israeliana, dove convivono tre differenti religioni; molto bello, effetti speciali sensazionali, sembrava davvero di essere in mezzo alla città, unica pecca audio non italiano per questo film. Tornati sempre con il bus numero 19, dopo una doccia usciamo in cerca di cibo verso il quartiere del Carmen, che si dice pieni di giovani e vita notturna. Unico ristorantino che ci ispirava però in questa zona era “La taberna de Marisa”. Nonostante fossimo gli unici clienti del locale (un po’ perchè erano le 22,45, un po’ perchè non era sicuramente uno dei ristoranti più economici), passammo una bellissima cenetta, con un menu composto da antipasti lavorati, verdure, paella, acqua, dolce e caffè alla modica cifra di 20 € a testa.


Contenti per l’ottimo pasto, ci districhiamo tra i numerosi p.r. che propongono ingressi in pub e localini, troviamo quindi un posticino per bere qualcosa molto carino, il “Cafè Alta 6” dove si poteva giocare anche a giochi di società. Dopo qualche partita a battaglia navale e dos aguas de Valencia (il drink tipico della città, a base di arancia, vodka, gin e zucchero di canna) torniamo all’ hotel pronti per l’ultima giornata.

Dopo la sveglia e una veloce colazione, ci dirigiamo subito verso l’Oceanografico. Giornata soleggiata e calda, ricordo che a parte il primo giorno, abbiamo trovato sempre sole e caldo di giorno, ossia temperature dai 15 ai 20 gradi, e serate altrettanto gradevoli mai fredde.


Entrati, troviamo il parco diviso in circa 12 tappe, un percorso che forse solo le foto possono avvicinarsi alla riproduzione della bellezza di questo posto. Camminare con gli squali ad un metro sopra noi, vedere lo spettacolo del delfinario più grande d’Europa, ammirare i pinguini, balenottere, foche e tutta la fauna acquatica più conosciuta è stata un’esperienza unica e consigliabile per grandi e piccini.









Intorno alle 16 del pomeriggio, ci spostiamo verso l’unico edificio in centro che ancora non avevamo incontrato: il Mercato di Colòn. Questa struttura trasudava aria natalizia, con piccoli banchetti di ambulanti all’ interno incorniciati da mini-bar dove potersi gustare un aperitivo. Di ritorno, ci fermiamo a cenare al fast food messicano vicino al nostro hotel , il Taco-Bell. Due menu per 15,90€ totali con un sacco di specialità tipiche centroamericane: personalmente, non mi è piaciuto, sapori troppo forti, speziati, che neanche un buon stomaco come il mio ha retto. Si va a letto presto: sveglia alle 4:30!
Uno dei pochi svantaggi Ryanair è l’orario dei voli: purtroppo infatti la partenza alle 6.30 di mattina implica una levataccia! Il problema sono i mezzi di trasporto per arrivare all’ aeroporto. Gli autobus sono lenti e costosi verso l’aeroporto, e rischiosi in quanto non sempre in orario, la metro apre alle 6-6.30 di mattina…rimane il taxi. In Plaza de l’ Ayuntamiento passano continuamente e in circa un quarto d’ora (guida molto sportiva!) arriviamo all’ aeroporto: tariffa fissa 20 € totale (detta da subito, quindi nessuna sorpresa).
Un’altra vacanza è terminata,un’altra città spagnola da me visitata: se mi chiedeste di ripartire ora verso la Spagna, lo farei nuovamente e molto volentieri. Il ritmo della vita spagnola, il caldo in ogni stagione, cibo ottimo e il calore di un popolo sempre sorridente e in movimento. Questa è stata Valencia, una meta rilassante, in una città a portata di uomo.








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